Condividi ...
Se vogliamo assicurarci un ambiente domestico caldo d’inverno e fresco d’estate, garantirci l’acqua calda sanitaria, e in più risparmiare energia (e quindi anche denaro) e ridurre le emissioni inquinanti (impiegando energia rinnovabile), sarebbe opportuno dotarsi di una pompa di calore elettrica, anche perché in Italia esistono le condizioni climatiche ideali per il loro utilizzo, visto che le temperature medie consentono efficienze molto elevate.
Anche se alimentate da elettricità o gas, la pompa di calore elettrica utilizza di fatto energia rinnovabile, perché trasferiscono il calore da una sorgente esterna all’ambiente da climatizzare o all’acqua da riscaldare: le pompe aria-aria e le pompe aria-acqua lo prelevano dall’aria esterna, mentre le pompe acqua-acqua e le pompe terreno-acqua lo prelevano dall’acqua o dal terreno, per mezzo di una sonda geotermica. Le prime due sono le più semplici da installare, ma la loro efficienza dipende dalla temperatura dell’aria esterna: sotto ai 5-7 °C le prestazioni calano notevolmente, con consumi maggiori, per cui sono sconsigliate per le fasce climatiche più fredde. Le pompe acqua-acqua hanno prestazioni migliori, perché prelevano da una sorgente a temperatura più stabile, ma sono più complesse e costose da installare (il 15-30% in più) perché bisogna scavare un pozzo. In generale le pompe di calore elettriche sono economicamente più vantaggiose di quelle a gas.
Pompa di calore riscaldamento elettrico
La scelta delle pompe di calore elettriche
Eppure, il risparmio economico che può derivarne, va relazionato con alcuni fattori imprescindibili all’installazione di una pompa di calore: innanzitutto, come detto innanzi, il luogo dell’installazione, sia in relazione al clima (la temperatura può influenzare le prestazioni reali della macchina) che per quanto concerne la disponibilità di una sorgente fredda di temperatura adeguata (per le pompe acqua-acqua e con sonda geotermica,-link all’articolo impianto geotermico); in secondo luogo bisogna valutare la tipologia di edificio: l’installazione richiede lavori esterni (il posizionamento del motore nel caso di delle pompe ad aria, e la realizzazione di un pozzo per le pompe acqua-acqua); e infine l’utilizzo, visto che il reale vantaggio consiste nell’uso combinato di riscaldamento e raffrescamento.
 
 
I costi delle pompe di calore elettriche
Le pompe aria-aria (che come detto sono le più economiche) vanno da un minimo di 250 euro a kW a un massimo di 800; le aria-acqua poco di più (da 300 a 900), mentre le pompe geotermiche vanno da 800 a1700 euro a kW.
In ambito residenziale una pompa di calore aria-acqua da 10 kW, con costo 5-6 mila euro, senza incentivi si ripagherebbe in 9 e in 12 anni, con le detrazioni fiscali si abbassa a 4-7 anni. Anche perché dal primo luglio 2014 è entrata in vigore la tariffa elettrica D1 (link all’articolo omonimo), che si caratterizza per il costo costante del kWh a prescindere dal livello dei consumi, e che quindi consente un’ulteriore riduzione del 10-15% sui tempi di rientro dell’investimento iniziale.
pompe di calore riscaldamento elettrico 2

Tempi più lunghi di ammortamento (non meno di 10-13 anni, ma senza incentivi) sono invece previsti nel caso in cui si alimentasse (parzialmente) la pompa di calore elettrica con l’elettricità autoprodotta con il fotovoltaico: potrebbe sembrare un controsenso, eppure lo si spiega col costo dello storage (il sistema di stoccaggio o batteria) di cui l’impianto deve essere dotato, per poter alimentare la pompa di calore con l’energia del fotovoltaico anche nelle ore serali.

Le migliori case produttrici di pompe di calore elettriche
Panasonic ha messo a disposizione del mercato la pompa di Calore aria-acqua Aquarea, dalle prestazioni ottime soprattutto per metrature contenute.
Viessmann: la società tedesca ce propone la pompa di calore geotermica Vitocal, realizzata in 3 varianti di potenza (200-G, 300-G e 350-G).
Schuco si distingue per la pompa di calore Schuco HTE 03 HP DW +7 e -7, ideale per il riscaldamento dell’acqua sanitaria, traendo circa il 70% dell’energia necessaria per la produzione di acqua calda dall’aria del locale in cui è installata (ad esempio una cantina o un garage).
Altro colosso tedesco è Vaillant che realizza soluzioni compatte e monoblocco veramente efficienti, come la pompa di calore flexoTHERM exclusive, che consente di raggiungere i 60°C, si colloca in fascia energetica A++, e rientra nel programma di estensione garanzia di 7 anni.
Daikin (brand giapponese) produce Rotex Ibrida, capace di scegliere in automatico, in base a vari parametri (temperatura interna richiesta, temperatura esterna ed interna rilevata) la modalità di funzionamento ideale per minimizzare i costi in bolletta.
 
La Mitsubishi è apprezzata particolarmente per la pompa di calore aria-acqua HYDROLution, le cui unità interne sono perfettamente integrabili con pannelli solari, caldaie a gasolio, e stufe a pellet, disponibile nei modelli “tutto in uno” 8 kW e 11 kW, e in quello con serbatoio ACS separato da 16 kW.
Tra i marchi rientra anche un brand italiano: Riello, che produce la pompa di calore aria-acqua Nexpolar, che garantisce il suo funzionamento anche con temperature esterne molto basse oppure come sistema di raffrescamento durante il periodo estivo.
A proposito di marchi italiani e asiatici, esiste una sostanziale differenza tra i prodotti degli uni e degli altri: mentre questi ultimi hanno deciso di convertire i loro condizionatori (giacché il principio di funzionamento di un climatizzatore-link all’articolo monosplit e multisplit- e quello di una pompa di calore sono molto simili, con procedimento inverso), i primi sono stati progettati e realizzati per riscaldare prima di tutto, oltre che raffreddare in estate.
Questo pone la maggioranza delle marche europee in posizione di superiorità rispetto alle rivali asiatiche, per una serie di motivi: la presenza di centri assistenza con personale specializzato; la durata superiore; le migliori prestazioni a temperature inferiori (i climatizzatori adattati, sotto lo zero, diminuiscono la resa e innalzano i consumi, mentre quelli europei scaldano molto di più); la resistenza al ghiaccio (che invece si forma quasi regolarmente sui dissipatori e sulle ventole nei sistemi convertiti)