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Mattoni di vetro fotovoltaici per la smart city del futuro” titola il nostro approfondimento, ma partiamo subito dal chiarire cosa si intende per “smart city”: la traduzione letterale è città intelligente, la cifra innovativa è costituita dalla partecipazione attiva dei cittadini nel processo di progettazione.

Sei i parametri da rispettare affinché una città possa dirsi tale: Smart Economy, Smart Mobility, Smart Environment, Smart People, Smart Living e Smart Governance. In definitiva, quanto più è vivibile una città, maggiore sarà il grado di smartness (competitività, creatività) dei cittadini che la abitano, e conseguentemente dello sviluppo della città stessa.

Tra le smart city del mondo figurano AMSTERDAM, il cui sforzo, concentrato su mobilità, efficienza energetica (link all’articolo i guadagni derivanti dalla green economy) degli edifici e risparmio, prevede di riuscire a ridurre del 40% la produzione di CO2 entro il 2025; HELSINKI, che punta su Viikki, un quartiere ecologico con edifici costruiti in base a 17 criteri ambientali tra cui risorse consumate, salubrità degli ambienti, biodiversità e produzione di risorse alimentari; PAREDES (Portogallo del Nord), nella quale si renderanno tutti gli edifici ecosostenibili grazie ad un milione di sensori hi-tech, dispositivi che monitorano parametri come traffico o consumi di acqua e energia;
CURITIBA (capitale dello stato del Paranà, in Brasile), con uno stile di vita ecosostenibile fin dagli anni ’70, che si caratterizza soprattutto per la virtuosità della gestione dei rifiuti, che avviene attraverso una sorta di baratto (alimenti in cambio di spazzatura!); SEATTLE dove, grazie alla collaborazione con Microsoft, la società di illuminazione pubblica e il comune hanno sperimentato applicazioni per tracciare on-line l’utilizzo dell’energia e fornire informazioni personalizzate per il risparmio energetico; e altre tra le quali, per fortuna, non mancano anche realtà italiane.
Tra queste Milano, dove si punta non solo su “reti sociali” e digitalizzazione di informazioni in tempo reale, ma sul coinvolgimento di tutti i livelli del vivere urbano verso la realizzazione di una “piattaforma dell’innovazione”, che dovrebbe essere conclusa nel 2030 (da cui deriva anche il nome del progetto).
Il programma Ascoli 21, imperniato sulla progettazione partecipata e la partecipazione attiva della cittadinanza, prevede, tra le altre cose, la creazione di un quartiere residenziale in social housing (in altre parole appartamenti realizzati, venduti e/o affittati a determinate fasce di popolazione secondo regole “diverse” da quelle del libero mercato), oltre che verde pubblico e spazi aggregativi.
Genova punta sulla creazione di un manuale per trasformarsi in “smart city”, su un network elettrico di riscaldamento e raffreddamento (link all’articolo sistemi di riscaldamento a pannelli radianti) e sulla riqualificazione energetica della diga di Begato (quartiere degradato della periferia), oltreché sulla valorizzazione del porto e sulla costruzione di pale eoliche disegnate da Renzo Piano.
Mattoni di vetro fotovoltaici per la smart city del futuro
Il capoluogo piemontese si è assunto l’impegno di ridurre le emissioni del 40% entro il 2020 grazie a un piano per l’efficienza degli edifici e la trasformazione dei pali della luce in “snodi di intelligenza diffusa”; allo stesso modo anche quello pugliese punta sul miglioramento dell’efficienza degli edifici, la promozione della mobilità elettrica e la gestione di acqua e rifiuti, che dovrebbero consentirle di ridurre del 20% il consumo energetico e del 30% le emissioni inquinanti sempre entro la medesima data.
Proprio in materia di efficientamento energetico degli edifici cittadini, una spin-off dell’Università di Palermo è riuscita a stampare celle fotovoltaiche di terza generazione sul vetro, che applicate alle costruzioni, produrranno autonomamente l’energia necessaria al funzionamento delle case (torniamo così al titolo del nostro articolo!). E se si considera che sono proprio le civili abitazioni ad essere responsabili del 40% delle emissioni globali di CO2 (più di trasporti e industria), si capisce assai facilmente quanto sia fondamentale renderle meno inquinanti e più efficienti dal punto di vista energetico.
E i mattoni di vetro fotovoltaici promettono di farlo in tutte le possibili condizioni di irraggiamento del modulo, indipendentemente dall’angolo di installazione (dunque, anche se installate in verticale, come nel caso della facciata di un edificio). Tuttavia, optare per la sostenibilità non significa dover rinunciare alla gradevolezza, visto che questi mattoni possono presentare varie colorazioni, disegni e valori di trasparenza differenziati.

Vabbè, si potrebbe obiettare, ma qual è la differenza col tradizionale vetrocemento, già ampiamente adoperato in edilizia? Innanzitutto, la presenza di celle fotovoltaiche di ultima generazione nei mattoni di SBskin, e l’assemblaggio di questi, che avviene a secco, senza cemento ma con plastica riciclata. In questo modo, oltre all’impatto ambientale, si riducono notevolmente tempi e costi di costruzione.

L’azienda pensa addirittura ad un’evoluzione del suo prodotto, e ha realizzato già dei prototipi di vetromattoni luminosi in grado di scambiare informazioni con gli smartphone: ma per la commercializzazione ne dovrà passare ancora di acqua sotto i ponti!
Mattoni 2 di vetro fotovoltaici per la smart city del futuro
 

Se per questo mattone fotovoltaico di seconda generazione si dovrà ancora attendere, altri elementi di arredo della smart city sono già una realtà: si pensi a tal proposito alla pensilina o alla tettoia fotovoltaica adottata alla fermata degli autobus, che rende più piacevole l’attesa visto che è anche un punto di ricarica dei cellulari e dei tablet e un punto d’accesso al Wi–fi, o che, proteggendo gli autoveicoli dal sole, si ricarica di energia;

Mattoni 3 di vetro fotovoltaici per la smart city del futuro
ma si pensi pure alla collezione C-Connect, ideata e sviluppata in Italia da Romolo Stanco con la collaborazione scientifica di RSE (Ricerca Sistema Energetico), costituita da elementi di arredo urbano, dalla seduta al vaso, dal dissuasore al portabiciclette.

Producono e restituiscono energia da fonti rinnovabili, adatti quindi ad ogni tipologia di applicazione e sempre perfettamente sostenibili, dal design modulare ed elegante.