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il riscaldamento a pavimento realizzato con pannelli radianti, un sistema che dona maggiore comfort abitativo (perché il calore prodotto in questo modo viene percepito come molto più gradevole di quello dei radiatori classici), una maggiore libertà di progettazione degli interni (visto che, a differenza dei radiatori tradizionali, non viene creato alcun tipo di ingombro sotto-finestra o a parete), una maggiore salubrità (con meno muffe e meno polveri in circolo), un più elevato risparmio (garantito dalla bassa temperatura di mandata, dalla combinazione con le energie rinnovabili e dagli incentivi statali).

 

E’ allora più che lecito chiedersi se sia possibile installare un sistema radiante in spazi già esistenti, come avviene in occasione di una ristrutturazione: la soluzione a secco è stata concepita  specificamente per questo genere di interventi, dato che il suo spessore ridotto spesso non necessitano della rimozione della vecchia pavimentazione. Se la superficie è piana e in grado di sopportare il carico, come ad esempio nel caso di piastrelle o massetto, è possibile posare il sistema a secco direttamente sul vecchio pavimento e poi ad esempio piastrellare, collegando i pannelli radianti ai punti di allacciamento per radiatori già esistenti. Anzi, la stazione di regolazione di cui è dotato il sistema permette di sostituire i radiatori con un sistema radiante a parete, a pavimento o combinazione di entrambi, semplicemente allacciando i tubi di mandata e ritorno esistenti al collettore (fino a 4 circuiti).
Lo spessore minimo del sistema radiante Fonterra Reno è di soli 21 mm, permettendo, all’interno di una ristrutturazione, la posa diretta sulle piastrelle o sul massetto esistente senza ridurre l’altezza dei vani in maniera significativa. Spesso vi è perfino la possibilità di aggiungere un isolamento acustico di 6 mm.
Uno dei primi ambienti in cui è necessario intervenire quando si effettua una ristrutturazione e si decide di sostituire i vecchi radiatori con un sistema di riscaldamento a pannelli radianti a parete o a pavimento, è il bagno:  grazie alla stazione di regolazione per piccole superfici, fornita come unità premontata e cablata, pronta per essere allacciata a un circuito di mandata e ritorno già esistente, grazie alle dimensioni ridotte di soli 43 x 48 cm, può essere alloggiata nelle nicchie dei vecchi radiatori oppure sottotraccia o in una struttura controparete rivestita di cartongesso. Dopo la piastrellatura, il bagno si presenta tecnicamente ed esteticamente all’avanguardia. Il piccolo sportello di revisione della stazione di regolazione è quasi invisibile, perché il telaio può essere adattato alle dimensioni delle piastrelle, mimetizzandosi nel disegno delle fughe.

Ma il principio del riscaldamento a pavimento funziona anche se i pannelli radianti vengono applicati al muto: in questi casi si parla di riscaldamento radiante a parete e non più a pavimento.

Nelle vecchie costruzioni con ambienti piccoli l’integrazione di un impianto a pareti radianti è particolarmente indicata: il sistema a secco rappresenta una soluzione semplice e rapida per la posa nelle ristrutturazioni, soprattutto nel momento in cui ci si trovi in presenza di soffitti inclinati e in ambienti piccoli, che traggono dal riscaldamento a pannelli radianti i maggiori vantaggi.
In questo tipo di interventi sarebbe consigliabile, ma non è necessario né obbligatorio, procedere preventivamente all’isolamento delle pareti, poiché esso influisce positivamente sul grado di efficienza di un impianto a parete: tuttavia, qualora si applicasse uno strato isolante, è importante che si tratti di materiali aperti alla diffusione come ad esempio pannelli truciolari o barriere al vapore/all’umidità idonee.

Un impianto di riscaldamento a pannelli radianti sì fatto può essere collegato a qualsiasi generatore di calore: la combinazione ideale sarebbe con una caldaia a condensazione moderna e con energia da fonti rinnovabili, come ad esempio una pompa di calore.