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Sei preoccupato per quanto il dispendio di energia influisca sull’entità delle bollette di casa? Allora ti consigliamo di riflettere sul fatto che, secondo le statistiche, in ambito domestico si consuma più energia per il riscaldamento dell’acqua per uso sanitario che non per cucinare o illuminare.
 
La soluzione al problema potrebbe essere rappresentata dalla sostituzione della vecchia caldaia a gas con una pompa di calore alimentata elettricamente, se non fosse che in Italia il prezzo di un Kw/h è maggiore rispetto agli altri Paesi! Tuttavia, grazie alla tariffa elettrica D1 (link all’articolo omonimo), attivata in via sperimentale dal primo luglio 2014, che consentono a quelli che hanno decidono di utilizzare una pompa di calore per scaldarsi di usufruire di questa tariffa, che è più bassa di circa il 30% rispetto alla D2 (utilizzata per contratti di privati fino a 3Kw) e alla D3 (utilizzata per contratti di privati fino a 6Kw), e che ha un costo costante del kilowatt, diversamente dalla D2 e D3 che aumenta in maniera proporzionale al consumo annuo.
“Con le vecchie caldaie consumi di più. Se installi una pompa di calore elettrica e stipuli un tipo di contratto conveniente con il tuo fornitore di energia, che preveda un costo del Kwh consono, i tuoi risparmi saranno effettivi.”
Per usufruire della tariffa D1 è però necessario che l’unico sistema di riscaldamento presente sia, appunto, la pompa di calore (anche in coesistenza tra due case adiacenti), che deve però presentare requisiti di prestazione minima e installazione non precedente al primo gennaio 2008.
La tariffa è utilizzabile anche in case nelle quali siano presenti solo gli split, che utilizzati in inverno per riscaldare sono equiparabili a pompe di calore.
Per usufruire della tariffa D1 bisogna compilare un modulo (da consegnare al proprio gestore elettrico) riportando una serie di informazioni che riguardano l’ampiezza della casa, il numero di occupanti e il codice Pod del proprio contatore elettrico che deve essere di tipo “telegestito”.
Questa innovazione potrebbe dunque rappresentare il punto di svolta nella sostituzione del tradizionale sistema di caldaia con uno basato su una pompa di calore, allacciata magari ad un impianto fotovoltaico che di giorno alimenterebbe in maniera autonoma i riscaldamenti elettrici, e ad un impianto a pannelli radianti elettrici (a pavimento, parete o a soffitto) per massimizzare i risultati conseguibili.
I sistemi in pompa di calore in sostituzione delle tradizionali caldaie a gas consentono un consumo inferiore anche al 50%, facilitando l’ottenimento della classe energetica A o superiore per la costruzione.
L’ingegnere Lorenzo Colasanti del Politecnico di Milano e Energy & Strategy Group hanno condotto un’analisi su una villetta monofamiliare di 4 persone: ai costi dell’installazione (per la caldaia a gas 1.500 Euro + iva, per la pompa di calore da 10 kW 7.500 Euro + IVA) vanno sottratti gli incentivi relativi alla Detrazione Fiscale del 65% o del Contributo Conto Termico.
I valori cambiano a seconda dell’incentivo che si sceglie e della zona climatica in cui si vive, ma i risultati evidenziano chiaramente l’entità del risparmio di una pompa di calore rispetto a una caldaia a gas, con un rientro dell’investimento pari a 5/6 anni.
 

 

Altra considerazione in merito alla questione pompa di calore vs caldaia a gas è che, mentre queste ultime trasformano in energia circa l’85% della potenzialità termica di un m³ di metano e il resto viene disperso con i fumi di scarico della combustione (utilizzando il GPL i costi di esercizio sono anche maggiori), le pompe di calore di nuova generazione permettono di migliorare le spese energetiche e di conseguenza abbassare in modo sensibile i costi di gestione. Per pompe di calore di nuova generazione si intendono quelle elettriche aria-acqua (che producono acqua calda sanitaria e per il riscaldamento e, nel ciclo inverso, acqua fredda utilizzabile per raffrescare gli ambienti) ad alta temperatura (link all’articolo pompe di calore ad alta temperatura), capaci di portare la temperatura dell’acqua necessaria al riscaldamento a 65/70°C.
Per garantirsi il risparmio di cui sopra è necessario che queste siano integrate con un impianto solare termico per produrre l’acqua sanitaria in modo autonomo nei periodi estivi (abbattendo i costi fino al 100%), e che si abbinino a un piano di cottura a induzione (in sostituzione dei fornelli a gas).

 

Pompa di calore vs caldaia a gas: confronto dei costi di gestione
Impianto a metano:
1 m³ di metano costa 0.90€
1 m³ di metano produce massimo 9000 calorie

 

 

Pompa di calore:
1KWh di corrente costa 0.22€
Il COP (link all’articolo Coefficienti di prestazioni e rendimenti delle pompe di calore) di una pompa di calore è di 3.5 / 4.0 (quindi se consuma 1 Kw di energia elettrica vuol dire che genera 3.5 Kw di energia termica). Per produrre 9000 calorie (equivalenti a 1m³ di metano dal costo di 0.90€) sono necessari 9000:3.5=2.57 KWh di corrente quindi 2.57×0.22= 0.56€
Quindi, per produrre le stesse calorie, con una pompa di calore si ha un risparmio netto del 40%.
Inoltre, una caldaia a metano/Gpl ha una perdita di rendimento di circa il 15%.
E infine, integrando l’impianto di riscaldamento con un piccolo impianto fotovoltaico, il risparmio è del 100%.